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Colesterolo e malattie cardiovascolari

Uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare è rappresentato da alti valori di colesterolo. Secondo alcuni dati circa il 20 % degli italiani oltre i 18 anni di età non ha mai controllato la colesterolemia e solo chi ha avuto un infarto o un ictus sembra mostrare attenzione verso le alterazioni del quadro lipidico. E' bene ricordare che le malattie cardiovascolari sono quasi la metà di tutte le morti in Europa.

Ma che cos'è il colesterolo?

E' un composto organico che nel nostro organismo svolge due funzioni principali:

1- regola la fluidità e la permeabilità delle membrane cellulari;

2- responsabile della formazione della vitamina D, dei sali biliari e degli ormoni steroidei (cortisolo, estradiolo, progesterone, testosterone)

Quindi avendo un ruolo biologico di primo piano, la sua presenza è fondamentale. Ma attenzione: quando il colesterolo circola nel sangue in concentrazioni superiori alla norma è necessario fare qualcosa per abbassarlo ed evitare danni alla salute. Come sappiamo circola legato a delle molecole che sono l'unione di lipidi e proteine (lipoproteine) caratterizzate da densità differenti: le maggiormente interessate sono HDL e LDL. La pericolosità sopraggiunge nel momento in cui si presenta uno squilibrio tra frazione "buona" (colesterolo HDL) e frazione "cattiva" (colesterolo LDL); quest'ultima infatti è imputata negli squilibri cardiovascolari, quando supera i livelli di soglia, perchè intacca le pareti delle arterie. Infatti, le LDL hanno il compito di trasportare il colesterolo dal fegato ai tessuti, dove viene utilizzato, mentre le HDL hanno la funzione opposta, prelevano il colesterolo dai tessuti e lo riportano al fegato, quindi tendono a rimuovere il colesterolo, ostacolando la formazione delle placche.

Da qualche tempo il valore massimo ammesso per i livelli di colesterolo totale è di 190 mg/dl, non più 200 o 220. L' indicazione però è generica e va quindi interpretata in base alla persona: l'ipercolesterolemia è un colesterolo totale normale, ma con alti livelli di LDL e bassi livelli di HDL, cosa che favorisce il deposito della placca nelle arterie. Inoltre la pericolosità di questo grasso dipende anche dalla presenza o meno di altri fattori di rischio cardiovascolare: se una persona, oltre ad avere il colesterolo LDL alto, è anche fumatore, iperteso, diabetico, obeso. Inoltre ci può anche essere una predisposizione genetica, ovvero se in famiglia ci sono stati casi di ipercolesterolemia è bene eseguire degli esami di routine per tenere sotto controllo i livelli di colesterolo totale, di LDL e HDL.

Per gli esami è possibile rivolgersi al proprio medico di base o ad un laboratorio di analisi. Inoltre da qualche anno è possibile misurare il profilo lipidico grazie al servizio di autoanalisi presente in farmacia: tramite un semplice prelievo capillare è possibile andare a valutare non solo i valori del colesterolo, LDL, HDL, ma anche dei trigliceridi e quindi grazie a un solo prelievo tenere sotto controllo tutto il quadro lipidico. I risultati ottenuti possono essere confrontati e discussi con il farmacista e con il medico; quest'ultimo in base ai valori ottenuti effettuerà la diagnosi e valuterà il tipo di terapia da seguire.

In alcuni casi è necessario ricorrere alla terapia farmacologica, in altri casi invece si possono usare integratori a base di riso rosso fermentato, monacolina K, bereberina, che consentono di abbassare e quindi tenere sotto controllo i livelli di colesterolo. Inoltre è sempre buona cosa correggere lo stile alimentare e quindi seguire una dieta ricca di fibre, ma povera di grassi saturi di derivazione animale; aumentare il consumo di grassi insaturi come gli omega3, gli omega6, omega9; preferire come metodi di cottura la bollitura o la cottura a vapore; evitare fumo e alcol; praticare periodicamente attività fisica: almeno 30 minuti al giorno.  

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